…ottobre…in poesia

Autunno sui laghi
Emanuele Martignoni (da: Il Canto dei Laghi)

Nelle piogge d’ottobre,
inconsistenti
e quasi vaporose,
ho percorso qualche passo solitario
tra le sponde ed i pontili
dei miei laghi.

S’assomigliano tutti –
nel corso di questa stagione –
negli odori e nei colori.
Gli azzurri sfumano in grigio,
il fogliame ingiallisce
tra i giunchi fitti dei canneti
ove la folaga rinuncia
agli schiamazzi dell’estate
e s’acquieta
più silenziosa
al riparo dai venti del nord.
A volte un riflesso di sole pallido
ha imbrogliato le distanze
e nelle foschie m’è parso scorger più vicine
le sponde dell’altra riva,

quando le barche mute dei radi pescatori
perdono i loro confini
tra le nebbie d’un rito antico di redenzione.

L’aria profuma già di brace –
sprezzante delle gelide sferzate
scaldo allora il cuor mio,
i miei desideri,
nell’incanto di stringerti le mani

se mai
amore
tornerai ai miei approdi.

Questo tiepido ottobre
Emanuele Martignoni (da: Il Canto dei Laghi)

Attenderemo
che il focolare di altri inverni
torni a domare gli animi
stanchi con braci crepitanti.
Ma lasciamo che ora
il calore di questo tiepido ottobre
colmi il desiderio di calma
della pelle
con gli ultimi clamori di sole
tra le miti ore del mezzogiorno.

Se anche il lago
s’invaghisce
delle pieghe silenziose del vento,
potremmo dolcemente scalfire le distanze
che s’insinuano tra il tempo e le strade
e far cadere nell’intimo dei pensieri
la calda luce
degli sguardi e delle mani
che s’unirono senza far rumore
dentro gl’intrecci di vita
nei quali ci scegliamo
aggrovigliati.

Quiete
Giuseppe Ungaretti

L’uva è matura, il campo arato,

Si stacca il monte dalle nuvole.

Sui polverosi specchi dell’estate
Caduta è l’ombra,

Tra le dita incerte
Il loro lume è chiaro,
E lontano.

Colle rondini fugge
L’ultimo strazio.

 

Vendemmia
Ada Negri

E fu per bianca corsia
un verde apparir di vigneti
pampinei, nell’oro
del sole di ottobre: un cadere
di grappoli d’uve ben gonfi,
ben densi di vivido succo,
dolce sangue, dolce miele,
per entro i capaci canestri.
E canti furono, canti
di fresche giovani vendemmiatrici
erti i canestri sul capo
fra l’eterna bellezza del cielo
e l’eterna bontà della terra.

 

Sera d’ottobre
Giovanni Pascoli

Lungo la strada vedi su la siepe
ridere a mazzi le vermiglie bacche:
nei campi arati tornano al presepe
tarde le vacche.

Vien per la strada un povero che il lento
passo tra le foglie trascina:
nei campi intuona una fanciulla al vento:
Fiore di spina!…

 

Ottobre
Vincenzo Cardarelli

Un tempo, era d’estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all’autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.
Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest’aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulle vigne saccheggiate.
Sole d’autunno inatteso,
che splendi come in un di là,
con tenera perdizione
e vagabonda felicità,
tu ci trovi fiaccati,
vòlti al peggio e la morte nell’anima.
Ecco perché ci piaci,
vago sole superstite?
che non sai dirci addio,
tornando ogni mattina
come un nuovo miracolo,
tanto più bello quanto più t’inoltri
e sei lì per spirare.
E di queste incredibili giornate
vai componendo la tua stagione
ch’è tutta una dolcissima agonia.

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