In che lingua si dice,
in che nazione,
in quale umanità s’è mai imparato
il verbo che può dar ordine al caos
che in questo turbinio s’è fermato?
Che sussurro di vento, che dorato
canto d’uccello su in alto posato
può dire, a voce, quello che, tacendo,
nel silenzio degli occhi confessiamo?