Tutte le corse partono da THUNDER ROAD: i miei anni con Springsteen e i 44 di Born To Run

(di Emanuele Martignoni)

Se esiste un luogo, reale o immaginario, da cui far cominciare storie di vita, viaggi, relazioni, quel luogo è Thunder Road. Quella che considero “LA Canzone con l’articolo in stampatello e la C maiuscola” è il mio punto di partenza, non solo dell’incontro con la poetica musicale springsteeniana, ma anche – e direi soprattutto – di quel percorso evolutivo che mi ha portato a crescere, a trasformarmi da ragazzo a uomo: è la melodia che da sempre accompagna la mia vita, è colei che della mia vita “è stata madre, sorella e amante”, trasformandosi con me col passare degli anni.
Ero un bambinetto di neanche cinque anni quando, il 25 agosto 1975, Born To Run diede a Springsteen le ali per spiccare il suo volo planetario nel mondo del rock, perciò ancora ero all’oscuro del potere vitale che quel che disco avrebbe in seguito avuto anche su di me. Ci sono arrivato da adolescente, quando ho conosciuto Bruce con il triplo Live 1975-’85 (in musicassetta), opera che si apre proprio con Thunder Road. Un colpo al cuore alla primo soffio d’armonica. E d’improvviso sapere che lì dentro ero a casa. Thunder Road è quindi il brano “che mi ha traghettato nel mondo springsteeniano” e da allora continua a suonarmi accanto; “nessuno si sceglie la madre, e nemmeno la sorella, perciò Thunder Road mi è rimasta accanto perché era naturale che lo fosse. Poi però sì, l’amante la/lo scegliamo, e allora Thunder Road è uscita di categoria, faccio quasi fatica a dire che sia la mia canzone preferita perché mi pare riduttivo. Thunder Road è LA Canzone. Punto. Il fatto poi che, grazie ai numerosi e favolosi live del suo Autore, ci venga presentata in versioni differenti, full band o acustiche, è un ulteriore punto a suo favore: è la donna perfetta che si veste e si sveste a seconda del contesto in cui si trova (se chi legge è donna può senza rammarico cambiare il genere della frase)”.
Quando incontrai Thunder Road, inevitabilmente e poco alla volta, incontrai anche Springsteen: di lui ancora non sapevo nulla, salvo il fatto “che avesse scritto alcune belle canzoni e questa era la più bella di tutte, e lo fu subito, da quel primo ascolto. Non sapevo quali e quanti album avesse inciso e pubblicato, non sapevo cosa fosse un bootleg, non conoscevo i nomi dei suoi leggendari musicisti, tutto questo sarebbe venuto molto tempo dopo. Ma sapevo Thunder Road, la riconoscevo, mi addormentavo cullato dalle sue braccia. Forse è proprio questo che ha fatto di lei quello che ancora oggi è per me, questo riconoscersi al primo sguardo, la sospensione del mondo intorno… Come se facesse parte da sempre del mio dna, avevo trovato il mio avatar musicale, la mia identificazione metaforica, l’immagine riflessa della mia mente confusa (…). E’ comparsa in quel preciso momento della mia vita per restarvi per sempre”.

La conseguenza è stata… Born To Run – il brano e tutto l’album. Non più solo la culla musicale, ma anche quei testi superlativi, quelle parole che come una fucilata di proiettano dentro te stesso facendo luce sul mondo in cui vivi – luoghi, amori, riscatto, protezione, nuove possibilità: tutti i temi della narrativa springsteeniana. Potrei dire che “il born-to-run-way-of-life da allora è una sorta di paradigma mai messo in discussione (…), ha assunto la fisionomia del personal trainer, spingendomi a tentare strade nuove, ad apprendere, ad imparare, sostenendomi in un percorso di distacco e autonomia che fu fondamentale per ciò che poi sarei diventato”. Le immagini evocate da Born To Run sono graffianti e incisive, ma hanno il pregio – almeno, con me lo hanno avuto – di portare dal particolare all’universale: ci sono parole che escono dal contesto stretto della canzone e dell’album per collocarsi nell’ambito del senso del vivere, arrivando anche a rendere ragione o a spiegare percorsi esistenziali e scelte di vita – come quel “I want to guard your dreams and visions” (voglio proteggere i tuoi sogni e le tue visioni) che mi sono tatuato addosso e “mi ricorda chi sono e che cosa posso fare” nel mestiere che mi dà il pane per vivere.

Si parte da Thunder Road e si arriva alla vita.
Tanti auguri allora, caro Born To Run! Quasi certamente hai dato una bella spinta al mio lancio nella vita…al mio essere ciò che sono.

NOTA: le frasi “virgolettate e in corsivo” sono estratte dal libro:
Cammino con angeli senza dimora. Qua e là per la vita con le canzoni di Bruce Springsteen“, di E. Martignoni, Vertigo Edizioni, Roma 2019

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