NATALE2020. Un racconto per grandi e piccini

di Emanuele Martignoni

 

LA SCINTILLA

“Allora, Luigino, che cosa chiederai quest’anno a Babbo Natale?”. La domanda di zia Camelia era arrivata, anche questa volta, puntualissima. Luigino sospettava che la zia paffuta e simpatica dovesse avere un filo diretto con Babbo Natale, perché inevitabilmente, tutti gli anni da che aveva memoria, la sua richiesta veniva corrisposta alla perfezione. Insomma, era meglio chiedere a lei che scrivere la letterina: non perché quello che richiedeva nella lettera non arrivasse, anzi! Ma aveva notato che c’erano sempre delle imperfezioni, cambiava il colore di una macchinina o la scatola delle matite colorate era di un modello diverso o magari il pupazzo aveva le orecchie grandi e gli occhi piccoli anziché le orecchie piccole e gli occhi grandi. Dettagli di poco conto, in fondo; lui mai avrebbe avuto da ridire su quanto trovava sotto l’albero la mattina di Natale, ci mancherebbe. Eppure, la richiesta fatta alla zia aveva un esito sbalorditivo: quando lei giungeva a casa per il pranzo del 25 annunciando “Ho qui qualcosa che Babbo Natale ha lasciato a casa mia per te!”, si poteva stare certi che era esattamente quello che lui aveva chiesto, in tutto e per tutto. Ma se negli anni precedenti i desideri espressi a zia Camelia corrispondevano a degli oggetti che in qualche modo Luigino aveva visto – dai compagni di classe o in televisione o in qualche vetrina illuminata – quest’anno avrebbe osato assai di più. Voleva chiedere alla zia qualcosa che sarebbe stato assolutamente personale, non di qualche suo compagno né di qualche negozio; voleva mettere alla prova Babbo Natale con una richiesta fuori dagli schemi e la zia doveva essere davvero brava ad ascoltarlo e portare avanti l’istanza. Ci aveva pensato su per un bel po’ di tempo: giocattoli e libri e vestiti erano facilmente descrivibili, Babbo Natale non doveva fare nemmeno la fatica di fabbricarli, gli bastava fare un salto al centro commerciale per rifornirsi di tutto. No, no, questa volta doveva trattarsi di qualcosa di s-t-r-a-o-r-d-i-n-a-r-i-o.

Guardò la zia attraverso il monitor del pc – al momento si potevano vedere solo così – con i suoi grandi occhi chiari da sotto il ciuffo spettinato, mentre la gatta gli si strusciava sui pantaloni della tuta.
“Zia Camelia”, disse, “intanto speriamo di poterci vedere davvero per Natale. Sennò come fa Babbo Natale a lasciarti lì qualcosa per me? Cioè, se non puoi venire qui per Natale, se non può venire nessuno…saremo soli, non sarà bello come al solito!”
“Sei un caro ragazzo”, rispose la zia, “anzi: ormai sei un ometto, hai quasi nove anni! Dimmi, hai pensato lo stesso a qualcosa che io possa chiedere per te a Babbo Natale?”

“Sì, zia. Vorrei la scintilla”.

A una tale richiesta chiunque avrebbe storto il naso. Zia Camelia invece fece un sorriso meraviglioso e scandì: “Vediamo che cosa posso fare!”

La mattina del 25 dicembre Luigino sgattaiolò fuori dalla sua camera prima che il resto della famiglia si alzasse, seguito dalla gatta che di notte se ne stava raggomitolata in fondo al suo letto. Dalle finestre filtrava una luce fioca e si intravvedeva il bianco della neve caduta qualche giorno prima e ora gelata sui tetti e sui rami delle piante. Arrivato in soggiorno, Luigino trovò un discreto numero di pacchetti sotto l’albero di Natale e, a conti fatti, corrispondevano alle cose di cui aveva fatto richiesta nella letterina a Babbo Natale.
“No, un momento!”, disse a bassa voce. “C’è un pacchetto in più!”. Raccolse i pacchi, ancora senza aprirli, per provare ad indovinarne il contenuto. “Questa dovrebbe essere la jeep telecomandata, questo è molliccio perciò sarà l’orsetto di peluche, anche questo è molliccio e dalle dimensioni direi che si tratta della felpa di Star Wars…e questo?”, raccolse un pacchetto rettangolare avvolto da una lucente carta bianca decorata con stelle dorate; dal nastro rosso penzolava un bigliettino, sul quale lesse: Caro Luigino, questo è arrivato da me in tempo perché potessi spedirtelo prima di Natale, spero solo che Babbo Natale abbia capito bene la richiesta. Passate una giornata serena e gioiosa, tanti auguri da zia Camelia. Luigino non era certo felicissimo, sapendo che la zia non li avrebbe raggiunti per il pranzo di quel giorno festoso. E nemmeno gli altri zii e i suoi cugini con cui avrebbe giocato a nascondino tutto il pomeriggio. Quest’anno andava così un po’ per tutti, non ci si poteva fare molto. Ma quel pacchetto gli fece tornare alla mente, in un attimo, tutti i suoi pensieri a proposito della perfezione propria del regalo natalizio richiesto tramite la zia. Pensò alla sua richiesta di quell’anno: vorrei la scintilla. Chissà cosa si sarà inventato Babbo Natale, meditava tra sé e sé. In realtà nemmeno lui sapeva bene che cosa rappresentasse la scintilla, gli era parso però che fosse un desiderio originale e adeguato alle sue riflessioni a proposito della capacità creativa di Babbo Natale.

Scartò adagio il pacchetto. Ne estrasse, non senza stupore, un quaderno finemente rilegato, coi fogli bianchi e porosi e con la copertina rigida e decorata e una bellissima penna stilografica d’argento. Aprì il quaderno e vi trovò un biglietto:

Caro Luigino,
Quello che tu mi hai chiesto è quanto di più prezioso una persona, un bambino, possa desiderare. Non oggetti o cose che prima o poi finiscono dimenticate, ma qualcosa che cresce con te e dentro di te. Sei un bambino buono, anche se a volte combini qualche marachella…ma chi non le fa? E sei anche molto sveglio e intelligente. Capirai ben presto perciò che tu sei la scintilla: la bontà e la gentilezza che userai con gli altri accenderanno speranza e amore. Ti regalo questo quaderno e questa penna perché sono un po’ come la vita: riempi tutto di racconti e colori, riempi tutto dei tuoi pensieri, riempi tutto di te. Splenderai come una stella e farai la gioia di molti.

Affettuosamente,
Babbo Natale.

Cominciò subito, Luigino. Cominciò e ne fu felice. Cominciò scrivendo questa storia.

 

(il racconto “La scintilla” e la poesia “Il pastore” contenuta nell’immagine e l’immagine stessa sono di proprietà di Emanuele Martignoni. Chiunque ne faccia utilizzo è pregato di citarne l’Autore)

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